Sta suscitando notevole attenzione sui media e sui social la recentissima pubblicazione di un articolo sulla prestigiosa rivista JAMA Internal Medicine «Projected Lifetime Cancer Risks From Current Computed Tomography Imaging», che la Federazione ritiene utile portare a conoscenza di tutti gli iscritti.
Va prima di tutto precisato che non si tratta di una novità: la correlazione tra radiazioni ionizzanti ed insorgenza di tumori è ben documentata, anche se la maggior parte dei dati sono ancora riferiti agli studi sui sopravvissuti dei bombardamenti atomici, tuttavia il continuo aumento di esami TC nei paesi sviluppati ha riportato l’attenzione su questo tema. Lo studio appena pubblicato non è osservazionale, si basa sulla applicazione di un modello statistico particolarmente conservativo noto generalmente come BEIRVII (“Committee to Assess Health Risks from Exposure to Low Levels of IonizingRadiation. National Research Council. Health Risks from Exposure to low levels of Ionizing Radiation: BEIR VII – Phase 2. Washington DC, National Academies Press 2006”); per quanto la metodologia usata nella selezione ed analisi dei dati sia molto rigorosa, va quindi tenuto ben presente che gli autori non hanno osservato casi aggiuntivi di tumore realmente indotti rispetto ad un gruppo di controllo, ma stimato statisticamente, sulla base di un modello predittivo, che il 5% dei nuovi casi di tumore negli USA potrebbe avere un legame di causalità con l’effettuazione di esami TC. L’utilizzo del modello BEIRVII per stimare il numero di tumori conseguenti ad una certa dose di radiazioni è controverso ed è stato oggetto di vari “position papers” che lo sconsigliano. Ad esempio nel 2021 UNSCEAR afferma che:
«In general, increases in the incidence of health effects in populations cannot be attributed reliably to chronic exposure to radiation at levels that are typical of the global average background levels of radiation. This is because of the uncertainties associated with the assessment of risks at low doses, the current absence of radiation-specific biomarkers for health effects and the insufficient statistical power of epidemiological studies. Therefore, the Scientific Committee does not recommend multiplying very low doses by large numbers of individuals to estimate numbers of radiation-induced health effects within a population exposed to incremental doses at levels equivalent to or lower than natural background levels». (UNSCEAR. Chapter II, Section 1(f) Attributing health effects to radiation exposure and inferring risks. Report of the United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation – Fifty-ninth session, 21-25 May 2012, supplement No. 46; 2012.).
Concetto ribadito in un differente contesto nel 2021:
«This report is intended to synthesize the current knowledge on biological mechanisms of radiation actions at doses mostly in the low to moderate range relevant for cancer risk inference. It is emphasized that this is not a report on radiation effects; in particular, it is not a report on cancers that can be attributed to radiation exposure situations». (UNSCEAR, Volume III, SCIENTIFIC ANNEX C: Biological mechanisms relevant for the inference of cancer risks from low-dose and low-dose-rate radiation, Report 2020-2021 to the General Assembly).
Infine, analoga raccomandazione viene da AAPM:
«Risks of medical imaging at patient doses below 50 mSv for single procedures or 100 mSv for multiple procedures over short time periods are too low to be detectable and may be nonexistent. Predictions of hypothetical cancer incidence and deaths in patient populations exposed to such low doses are highly speculative and should be discouraged. These predictions are harmful because they lead to sensationalistic articles in the public media that cause some patients and parents to refuse medical imaging procedures, placing them at substantial risk by not receiving the clinical benefits of the prescribed procedures». (American Association of Physicists in Medicine. Position statement of the American Association of Physicists in Medicine. Radiation risks from medical imaging procedures. December, 2011, affirmed November, 2012).
Indipendentemente dalle valutazioni scientifiche sull’articolo, comunque pubblicato su una rivista di elevato livello, è necessario spostare il punto di vista dal possibile danno indotto da indagini TC al sicuro beneficio derivante dalla effettuazione di un esame TC giustificato dal quesito clinico. In un commento ad un articolo osservazionale pubblicato su Lancet Oncology nel 2023 e relativo all’aumento di casi di tumore cerebrale in giovani sottoposti ad esami TC, tre tra i maggiori specialisti di TC al mondo tra cui due Past President di AAPM (Cynthia H. McCollough, Mahadevappa Mahesh ed Ehsan Samei) concludono che:
«Physicians, patients, and parents should be aware that the radiology and medical physics community are required to maintain close watch over the radiation doses used in medical imaging, optimising the doses for the specific patient and diagnostic task. At the low doses of radiation used in medical imaging, the benefit of a medically appropriate CT exam will far exceed the small potential risk of cancer».
La comunità dei medici radiologi e dei fisici specialisti in Fisica Medica è impegnata ogni giorno nel garantire che ogni esame TC sia giustificato clinicamente in termini di rapporto costo-beneficio ed ottimizzato per ottenere il necessario risultato clinico con il minimo livello di dose possibile. Il fisico specialista in Fisica Medica è il solo professionista che, unendo le competenze sulla conoscenza del funzionamento delle apparecchiature con quelle dei principi della fisica delle radiazioni e dell’imaging, può fornire al medico radiologo la consulenza necessaria per garantire che ogni paziente sia trattato con la massima appropriatezza, nel rispetto del principio di ottimizzazione.
Stiamo assistendo ad uno sviluppo velocissimo delle tecnologie, l’integrazione generale di tecniche di AI consente di ridurre la dose a livelli inimmaginabili fino a pochi anni fa mantenendo la stessa qualità della immagine; è necessario evitare che vengano anche involontariamente trasmessi dai media alla opinione pubblica messaggi fuorvianti che potrebbero indurre i pazienti a rifiutare esami necessari per la loro salute. I medici radiologi e i fisici specialisti in Fisica Medica, le loro associazioni scientifiche, cosi come anche gli Ordini dei Chimici e dei Fisici, rappresentano i naturali riferimenti alle quali ciascun paziente si può rivolgere per dissipare eventuale dubbi con la certezza di ricevere un parere obiettivo da parte di professionisti sanitari specificatamente formati per affrontare tali questioni.
Si deve pertanto concludere, evitando inutili allarmismi che potrebbero avere effetti controproducenti, che il problema della appropriatezza della prescrizione di esami TC non può essere sottovalutato e che ciascun esame TC deve essere effettuato, se giustificato, ed ottimizzando la tecnica impiegata, e solo quando vi sia la certezza che il rapporto costo – beneficio sia favorevole per il paziente. Tale risultato si raggiunge solo se viene garantita la necessaria stretta interazione tra le uniche due figure professionali sanitarie a ciò deputate dalla normativa vigente (n.d.r D.Lgs 101/2020), quali sono sia i medici che i fisici, che per formazione accademica sono in grado di affrontare questi problemi.